Il talento è innato e studiare non serve!

C’è ancora un sacco di gente che crede che questo mito sia vero! Chiaramente è un concetto sviluppato nel periodo ottocentesco romantico che continua ancora oggi, dove si dice che l’artista è una persona che vive in un mondo parallelo, che sa fare certe cose perché è nato così e che la sua arte l’ha ricevuta in dono dal cielo. Questo succedeva non solo nella musica ma anche nelle altre forme d’arte.

Finito il periodo romantico, però, si è visto come nella realtà dei fatti le cose siano ben diverse (anche se come approccio mentale è ancora molto diffuso). Il compositore, ad esempio, è una persona che lavora con assiduità e metodo sulle proprie opere, e che studia continuamente. Lo strumentista deve praticare regolarmente e solo in questo modo può avere risultati. La grossa differenza tra chi è considerato persona dotata e chi è considerato un mediocre non è data dal talento, ma dal metodo e dalla pratica costante che possono dare più o meno risultati a secondo della loro efficacia. Lo stesso Paganini, ad esempio, ritenuto l’esempio di massimo talento inarrivabile, in realtà dedicava moltissime ore tutti i giorni allo studio, senza però volerlo fare sapere a nessuno!

Quella che viene chiamata predisposizione è il più delle volte un atteggiamento mentale molto aperto nei confronti dell’autoformazione, che porta alcune persone a imparare a cantare e a tenere il ritmo fin da piccoli. Questi ragazzi, messo davanti ad altri che non hanno mai fatto questo tipo di esperienza, sembrano persone estremamente dotate. In realtà hanno “solo” mesi, per non dire anni di pratica in più sulle spalle!

Ciò che fa veramente la differenza è il tempo, anzi la qualità del tempo dedicato all’applicazione sulla musica. Chiaramente i geni, le persone che si formeranno da sole senza bisogno della scuola esisteranno sempre. Sono persone con una enorme sensibilità e una struttura mentale estremamente articolata che consentono loro infiniti modi di lavorare. Ma la maggior parte della gente ha bisogno di istruzione, di sistemi di apprendimento che siano il più possibile adatti al singolo e molto completi allo stesso tempo.

Aggiungo che la frase “il talento è innato” è poco precisa anche perché molti dei musicisti che al giorno d’oggi vivono di musica non hanno necessariamente un talento esagerato, ma di sicuro devono raggiungere una professionalità molto elevata e conoscenze superiori alla media. La pratica costante e ragionata sullo strumento consente di migliorare tantissimo, anche se la maggior parte di questi grandi musicisti non lo vuole ammettere. Più che altro, fa molto comodo dire che studiare non serve e che bisogna nascere col talento…. specialmente a chi non ha voglia di prendersi responsabilità e dedicarsi seriamente allo studio!

Robert Fripp

Robert Fripp: “Non avevo per niente orecchio musicale, non avevo neanche il minimo senso del ritmo. Non sarebbe stato possibile immaginare qualcuno musicalmente meno dotato di me. Quando sei così a secco di doti naturali, devi per forza cominciare a riflettere e a farti delle domande sulla natura del suono. Che cos’è che non ti permette di avvertire la differenza tra una nota e l’altra?… Dove sono le barriere e i blocchi? Che cosa puoi fare per eliminarli?”

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