Ha ancora un senso produrre un cd nel 2014?

La risposta è: probabilmente sì, ma non così tanto come gli veniva attribuito in passato.

Chiaramente fino a pochi anni fa un CD era la testimonianza più importante che l’artista poteva dare di un suo progetto e che poteva trasformarsi in video, in una serie di concerti, in occasioni di confronto con giornalisti, interviste ecc. L’autore poteva avere l’occasione di venderlo nei concerti oppure nei negozi di dischi (se aveva un certo nome e apparteneva a un genere musicale ben codificato).

Oggigiorno il supporto CD in quanto tale è sorpassato essenzialmente perché la musica viene trasmessa attraverso Internet, ovvero attraverso file. Ci sono ancora piccoli raduni di affezionati audiofili che vogliono ascoltare musica esclusivamente attraverso CD, ma sono dimensioni molto piccole che spesso non lasciano spazio a chi investe soldi per questo tipo di operazione. Vi è anche la riscoperta del vinile per cercare di caratterizzare ancora di più il supporto, ma parliamo sempre di numeri molto bassi.

Quindi il cd ha avuto un cambio di significato. Mentre fino ad alcuni anni fa era il mezzo ideale per promuovere i propri progetti e poter recuperare un po’ di denaro dall’investimento effettuato (oltre che attraverso i concerti), oggi ha uno spazio molto limitato. Può essere utile per chi appartiene a generazioni passate come la mia, per determinare fisicamente il progetto. Oggi sappiamo tutti che con Itunes, Souncloud o Spotify, la questione del supporto è relativamente inutile. Per inciso i costi di realizzazione di un cd (tra glass master, siae, grafica ecc.) pur essendo in parte diminuiti, non danno un ritorno economico all’altezza della spesa.

Quindi se ci vogliamo promuovere cosa possiamo usare? Un’alternativa valida al CD sono i video, sia tratti da live sia realizzati in studio. Tieni presente che qui ci sono altri tipi di problemi, ad esempio il video ha bisogno di essere visto e seguito con una certa attenzione, cosa che il pubblico medio non sa fare. Inoltre non puoi chiedere a un direttore artistico di guardarsi un video di un concerto che dura un’ora. L’ideale è quindi realizzare dei frammenti di 4-5 minuti, registrati con le migliori caratteristiche possibili, sapendo che nessun video è in grado di cogliere il feel e l’energia di un concerto live.

OLYMPUS DIGITAL CAMERAVista la crisi del CD e il subentro di altre forme promozionali, mi fanno abbastanza incavolare tutta quella serie di personaggi che si prodigano nell’organizzazione di concorsi il cui premio finale è la “registrazione di un demo” che potrai usare come biglietto da visita. Come se questo DA SOLO fosse la chiave di volta per aprire tutte le porte e spianarti la strada del successo… Bastasse avere un biglietto da visita per vendere dischi o fare concerti!

In ogni caso che tu usi i CD, i video o altro, se non ti dai da fare impostando una campagna di marketing adeguata, il tuo progetto resta comunque confinato tra le 4 mura del tuo studio e nessuno se lo fuma. Nemmeno se esci con un’etichetta famosa… anni fa ho pubblicato un disco con una etichetta molto nota in ambito jazz/classico, ma tutte le recensioni ricevute e i concerti sono arrivati perché NOI abbiamo spedito il materiale ai vari giornalisti e festival, standoci dietro con richiami, telefonate, ecc.

Alla fine il concetto è sempre lo stesso: o ti impegni in prima persona e ti assumi la responsabilità di quello che ti succede, oppure preparati a restare in “balia dei venti”… che molte volte vuol dire buttare denaro, perdere tempo, vedere altri andare avanti e tu restare indietro, fino a smettere di suonare. Vedi tu…

Mente aperta a tutti!

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2 commenti

  1. bellissima riflessione , chiara e confortante per chi crede in quello che fa . grazie

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